prevenzione dei disturbi della tiroide

Campagna di  prevenzione dei disturbi della tiroide

La tiroide è una ghiandola situata alla base del collo. Il suo compito è quello di produrre una serie di ormoni che regolano il metabolismo e l’attività cardiovascolare. La causa più frequente di patologia tiroidea è la carenza alimentare di iodio che si manifesta con un aumento di volume della tiroide con la formazione di noduli.
Per monitorare l’efficienza della ghiandola tiroidea e scongiurare l’insorgere di patologie, il nostro centro medico ha sviluppato, in collaborazione con il laboratorio di analisi Medalab ed il dottor Rocky Strollo, endocrinologo, specializzato nella prevenzione e cura dei disturbi della tiroide, una campagna di prevenzione gratuita dei disturbi della tiroide.

La campagna di prevenzione comprende:
Esami diagnostici (TSH-FT4) + VISITA SPECIALISTICA

Per prenotare una visita specialistica è sufficiente chiamare al 3791777005 (anche messaggi whatsapp)
Via Umberto I, 63 – Cellole (CE)

PER SAPERNE DI PIU’ SULLE PATOLOGIE DELLA TIROIDE

La tiroide è la ghiandola che secerne gli ormoni tiroidei, che influenzano principalmente il metabolismo e la sintesi proteica, ma hanno anche molti altri effetti, compresi quelli relativi allo sviluppo. Può essere interessata da diverse malattie dette tireopatie, come l’ipertiroidismo, che si verifica quando la ghiandola produce una quantità eccessiva di ormoni, l’ipotiroidismo, una condizione in cui la produzione di ormoni è insufficiente, ma anche noduli e neoplasie.

Si stima che in Italia più di 6 milioni di persone siano affette da problemi legati alla ghiandola tiroidea, dei quali il 15 per cento anziani. Soggetti particolarmente a rischio sono anche le donne, tra i 30 e i 50 anni.

L’ipertiroidismo è una condizione medica o disturbo del sistema endocrino derivante dall’eccesso di funzionalità della ghiandola tiroidea, caratterizzato cioè da un aumento in circolo di ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e/o tiroxina (T4), sia per aumento di funzione della tiroide che per distruzione della tiroide stessa.

I sintomi più evidenti nell’uomo sono perdita di peso, affaticamento, indebolimento, iperattività, irritabilità, apatia, depressione, poliuria, sudorazione, pelle ingiallita. Inoltre, nei pazienti si possono presentare una varietà di sintomi come, palpitazioni e aritmia (specialmente fibrillazione atriale), dispnea, infertilità, calo del desiderio, nausea, vomito, diarrea.

Gli adenomi tossici della tiroide (detti anche adenomi tossici di Plummer) sono tumefazioni tipicamente solitarie, capsulate e localizzate che derivano dall’epitelio follicolare. Si tratta di lesioni benigne particolarmente attive nel rilascio di ormoni tiroidei e possono quindi causare ipertiroidismo.

ll gozzo multinodulare tossico è la seconda causa più comune di ipertiroidismo (dopo la malattia di Graves) nei paesi sviluppati. I fattori di rischio per il gozzo multinodulare tossico comprendono soggetti di età superiore ai 60 anni e di sesso femminile.

La malattia di Basedow-Graves, o gozzo tossico diffuso è un ipertiroidismo autoimmune, una malattia autoimmune che colpisce la tiroide ed è caratterizzata dalla presenza di una o più delle seguenti manifestazioni: gozzo, ipertiroidismo, oftalmopatia, dermopatia. I segni e i sintomi dell’ipertiroidismo possono includere irritabilità, debolezza muscolare, problemi di sonno, un battito cardiaco accelerato, scarsa tolleranza al calore, diarrea e perdita di peso. Altri sintomi possono includere l’ispessimento della pelle sugli stinchi, conosciuti come mixedema pretibiale ed esoftalmo agli occhi, una condizione nota come oftalmopatia di Graves. La causa esatta non è chiara, tuttavia, si ritiene che possa coinvolgere una combinazione di fattori genetici e ambientali. Tra le altre cause di ipertiroidismo, l’effetto Jod-Baselow, la tiroidite di Riedel e l’adenoma tossico di Plummer. La diagnosi dell’ipertiroidismo avviene tramite il dosaggio di specifiche sostanze nel sangue (ormoni tiroidei).

L’ipotiroidismo o insufficienza tiroidea è una sindrome clinica del sistema endocrino che consegue ad un deficit degli ormoni tiroidei e che comporta una riduzione generalizzata di tutti i processi metabolici dell’organismo.

Questo disturbo endocrino può causare una serie di sintomi quali stanchezza, scarsa capacità di tolleranza al freddo e aumento di peso. Nei bambini, l’ipotiroidismo porta a ritardi nella crescita e nello sviluppo intellettuale.

Tra le cause dell’ipotiroidismo, il cretinismo, la disgenesia tiroidea, il mixedema, la sindrome di Allan-Herndon-Dudley, la tiroidite di Hashimoto la tiroidite di de Quervain.

La valutazione tramite test di laboratorio dei livelli dell’ormone stimolante la tiroide, è considerato il miglior metodo iniziale per diagnosticare l’ipotiroidismo. Una seconda valutazione a distanza di alcune settimane, è generalmente richiesta come conferma.

L’ecografia della tiroide è un’indagine di approfondimento diagnostico di uso frequente nel campo della fisio-patologia della tiroide, che utilizza gli ultrasuoni trasmessi da una sonda piana alla frequenza compresa tra 7,5 e 13 MHz. Con l’ecografia della tiroide viene individuata la presenza di almeno un nodulo tiroideo nel 20-76% della popolazione generale.

La procedura di valutazione deve valutare diametri (trasversale, antero-posteriore e longitudinale) di entrambi i lobi e dell’istmo della tiroide con calcolo finale del volume tiroideo; il grado di ecogenicità della ghiandola, che può essere ridotta (ipoecogena), uguale (isoecogena) o aumentata (iperecogena) rispetto a quella delle ghiandole sottomandibolari; il grado di vascolarizzazione intraparenchimale (attraverso l’uso del Color-Doppler); la presenza o meno di lesioni nodulari; la presenza o meno di deviazione della trachea; la presenza o meno di linfonodi ingranditi in sede cervicale.

La valutazione di tali parametri può portare alle seguenti diagnosi: gozzo diffuso (aumento del volume ghiandolare tiroideo) in assenza di noduli; nodulo/i della tiroide (massa a contenuto solido, liquido o misto); tiroidite (disomogeneità diffusa dell’ecogenicità parenchimale, aumento della vascolarizzazione parenchimale al segnale ecodoppler).

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